Il santuario domenicano di Santa Maria delle Grazie è inserito nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco, come gioiello del Rinascimento, conservando in particolare la famosa e suggestiva Ultima Cena di Leonardo da Vinci dipinta nel refettorio del convento, il Cenacolo.
La visita al Cenacolo è regolamentata per preservare l’integrità della pittura, con 25 persone alla volta per 15 minuti. È necessario prenotare con largo anticipo.
Accanto alla chiesa, alle spalle del Palazzo delle Stelline, si trovano gli Orti di Leonardo dove sorgeva il vigneto che il duca Ludovico il Moro affidò a Leonardo da Vinci. Il grande maestro toscano visse infatti più di 20 anni a Milano, dove realizzò diversi dipinti e immaginò numerose macchine idrauliche e nuove armi.
Nella notte del 15 agosto 1943, i bombardieri anglo-americani colpirono la chiesa e il convento. Il refettorio fu distrutto, ma alcune mura furono salvate, tra cui quella dell’Ultima Cena, che era stata appositamente rinforzata.

Basilica

Il duca di Milano Francesco Sforza, nel 1463 ordinò la costruzione di un convento per i domenicani, con una chiesa dove sorgeva una piccola cappella dedicata all’icona di Santa Maria delle Grazie. I lavori furono diretti dall’architetto Guiniforte Solari, il più famoso della città all’epoca, poi dal non meno famoso Donato Bramante, per concludersi verso il 1492.
La parte più antica della chiesa è gotica, con la cappella dedicata alla Vergine del Rosario sul lato sinistro, destinata ad accogliere l’immagine miracolosa del XV che fu venerata durante le pesti dei secoli XVI e XVII.
Ludovico il Moro fece riprendere da Bramante l’edificio di Solari per realizzare una vasta opera rinascimentale, prima con il portale, poi la splendida Tribuna, dove Bramante innovò realizzando un edificio di un blocco, eliminando navate e cappelle, per formare lo spazio cubico sormontato da una cupola.
Il chiostro è anche caratteristico del Rinascimento.

Le cappelle furono apprezzate dalle grandi famiglie milanesi per le loro sepolture, allora decorate da grandi artisti, tra cui la Cappella di Santa Caterina che conserva sculture di Antonello di Messina, le cappelle della Vergine Adorante e della Santa Corona decorata con affreschi di Gaudenzio Ferrari e opere d’arte di Caravaggino o Cerano.
La cappella di destra ospitava l’Incoronazione di spine di Tiziano portata a Parigi dai francesi alla fine del XVIII secolo, attualmente al Louvre.
Una porta dà accesso al piccolo chiostro attribuito a Bramante

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci

Ultima cena, Milano

L’Ultima Cena

Leonardo da Vinci dipinse l’Ultima Cena su una parete del refettorio del convento chiamato Cenacolo, tra il 1494 e il 1498, sotto la signoria di Ludovico Sforza detto il Moro.
Il sito è accessibile tramite il Museo del Cenacolo Vinciano, il cui ingresso si trova sulla piazza della chiesa, a sinistra della facciata della basilica. È necessario prenotare con largo anticipo, spesso diversi mesi, la visita viene effettuata in piccoli gruppi per una durata massima di 15 minuti.

Su una parete della sala rettangolare, l’opera rappresenta l’Ultima Cena, dove Gesù è posto al centro della tavola tra gli apostoli, durante la cena del giovedì santo, dove annuncia che sarebbe presto tradito da uno di loro. In reazione a queste parole, gli apostoli sono rappresentati con reazioni diverse: incredulità, timore, sorpresa, ecc.
Gli apostoli dovevano apparire seduti accanto ai frati del convento che vi si ristoravano. La scena è resa ancora più realistica dai dettagli dei piatti e degli utensili, ma anche dall’uso della luce e della prospettiva, con la luce che entra dalle finestre dello sfondo attraverso le quali si vede la campagna.
L’Ultima Cena è considerata una delle opere maggiori di Leonardo. Per realizzare questo dipinto di grandi dimensioni, con i suoi 8,80 per 4,60 metri, il maestro impiegò una tecnica originale, dipingendo su intonaco, che purtroppo fu all’origine del suo rapido degrado e dovette essere più volte restaurata.
L’opera è stata parzialmente recuperata dopo lunghi restauri, a volte innovativi, che durarono dal 1977 al 1999.

Sulla parete opposta la Crocifissione è affrescata dal pittore lombardo Giovanni Donato da Montorfano nel 1495.
Così l’episodio iniziale e quello finale della Passione di Cristo sono rappresentati nello stesso luogo.

Galleria

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